Il consenso per la pubblicità targetizzata: Apple vs Facebook

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Il consenso per la pubblicità targetizzata: scopri la storia di come l’aggiornamento di un sistema operativo è diventato l’ultimo campo di battaglia, in ordine di tempo, tra i due giganti del web.

Il video diffuso dalla multinazionale di Cupertino spiega come da oggi, grazie al sistema operativo di iOS, puoi decidere tu utente quando consentire alle app di collezionare i tuoi dati, per creare un profilo personale della propria identità digitale.

Due anni fa poi da Facebook è nata Meta: l’azienda oggi possiede Instragam, Whatsapp oltre che proprio Facebook e ha cercato di spingere il mondo verso il Metaverso, fallendo. Meta ha provato a capire quali contromisure approntare da quando Apple consente ai suoi utenti di negare il consenso per la pubblicità targetizzata con facilità.

Compagnie come Facebook si trincerano dietro il pensiero tale per cui il targeting ads rende migliore la tua esperienza sulle loro applicazioni. Apple ha attaccato direttamente l’azienda rivale sul tema, ed è l’ultimo campo di battaglia di una vera propria guerra fredda che si è scatenata tra le due multinazionali. Quale è il limite per il consenso per la pubblicità targetizzata?

I rapporti tra le due aziende non potrebbero essere più tesi; persino le pubbliche relazioni non lasciano adito a dubbi: dalle dichiarazioni rilasciate dai rispettivi CEO al dipartimento marketing delle due compagnie, tra Apple e Meta è guerra.

Come hai acquisito i dati con cui fai marketing B2C? Hai tutti i consensi per fare pubblicità?

Come si è arrivati a questa situazione?

Prima del 2011 il rapporto tra Steve Jobs e Mark Zuckerberg è idilliaco. Ci sono stati incontri privati tra i due e, dai resoconti che sono stati raccontati nei libri e nelle biografie, si stabilisce un legame simile a quello condiviso tra Obi Wan Kenobi e Anakin Skywalker.  Non potrebbe essere altrimenti, almeno sulla carta: Facebook è una piattaforma già usata da milioni di persone e Apple ha sviluppato il device che rende possibile la fruizione della piattaforma nel miglior modo possibile. 

Quello però è l’anno di svolta: Tim Cook prende il posto di Jobs dopo che questi è costretto a lasciare la guida di Apple per motivi di salute. Il nuovo CEO imprime da subito una spinta diversa alla compagnia, molto più incline alla protezione dei dati personali. 

Scoppia il caso di Cambridge Analytica, azienda britannica che attraverso l’analisi dei dati di milioni di utenti ha elaborato campagne personalizzate a favore di Donald Trump, è il definitivo momento di rottura.

A metà marzo 2018 il NY Times produce le prove della raccolta non autorizzata delle informazioni, mentre il The Guardian scopre che Facebook è a conoscenza delle attività illecite del gruppo da almeno due anni, ma non ha fatto niente per proteggere i dati dei suoi utenti. Inizia la battaglia per gestire il consenso per la pubblicità targetizzata.

Come hai acquisito i dati con cui fai marketing B2C? Hai tutti i consensi per fare pubblicità?

Tim Cook decide che la privacy sarà una colonna portante del business model di Apple da questo momento in poi: il trend marketing di mercato spinge l’azienda di Cupertino in quella direzione per capitalizzare il vantaggio competitivo sul concorrente.

Nel 2018 Tim Cook presenta un’estensione per Safari che blocca i cookies di tracciamento.

Apple, quindi, è il paladino della protezione dei dati personali?

Al contrario di altre compagnie (Google Search, per esempio) che hanno rinunciato a condividere le informazioni, Apple ha deciso di affidare il trattamento dei dati personali degli utenti cinesi a Guizhou-Cloud Big Data, una compagnia di proprietà del Governo cinese.

Un altro argomento che spesso viene portato all’attenzione dai detrattori di Apple è che Siri funziona con il motore di ricerca di Google, la cui politica sui dati personali è tanto invasiva (se non di più) di Facebook.

Alle multinazionali quanto interessa davvero l’argomento? Interessa nella misura in cui possono trarne un vantaggio competitivo rispetto la concorrenza.

Come hai acquisito i dati con cui fai marketing B2C? Hai tutti i consensi per fare pubblicità?