Intelligenza artificiale: quale sarà l’autorità di vigilanza in Italia?

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In Italia, il Garante Privacy si candida a guidare la regolamentazione di questo mondo innovativo.

L’ Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il mondo che ci circonda, aprendo nuove frontiere per lo sviluppo economico e sociale. Tuttavia, questa rapida innovazione pone sfide inedite per la tutela dei dati personali, un aspetto importante per la salvaguardia dei diritti e delle libertà individuali.

In questo scenario, il Garante privacy ha dichiarato di essere l’Autorità idonea a vigilare sull’AI in Italia, ponendo come argomenti cardine la propria indipendenza e imparzialità. Il Garante, inoltre, ha acquisito nel corso del tempo fama e notorietà, anche a livello internazionale, e ha già dimestichezza con il processo decisionale automatizzato regolato dall’art. 22 del GDPR.

Il Garante si propone di avere questo ruolo centrale nella vigilanza sull’AI, poiché attraverso una gestione coesa, si può evitare la frammentazione decisionale (e quindi il blocco operativo).

Nella tua azienda utilizzi software con Intelligenza Artificiale? Sei sicuro di garantire un trattamento equilibrato dei dati personali?

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Nonostante i potenziali benefici, i dubbi all’orizzonte sono diversi:

  • il Garante dispone delle competenze tecniche necessarie per conoscere a fondo la complessa intersezione tra i dati personali e le tecnologie più avanzate? 
  • le risorse limitate di un ente pubblico sollevano sono sufficienti per stare al passo con l’evoluzione tecnologica?
  • il Garante della privacy sarà in grado di competere con le Big Tech americane (e speriamo, con le centinaia di esuberanti imprese italiane?)
  • E’ possibile che la concentrazione di questo potere regolatorio sia in grado di far vacillare il pilastro democratico per eccellenza, ovvero la divisione dei poteri?
  • Sarà possibile per il Garante, mantenere l’agilità decisionale e operativa di fronte a un ampliamento del suo mandato, considerando l’evoluzione rapida dell’AI? 

Il Garante privacy, che ha lavorato così alacremente negli ultimi anni, nonostante i dubbi, potrebbe legittimamente candidarsi a guidare il gruppo, anche se la questione della regolamentazione dell’AI va oltre la semplice creazione di Enti o normative efficaci.

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