Il Bilancio di Sostenibilità diverrà presto obbligatorio per tutti: è ora di prepararsi ad analizzare in profondità la propria azienda e le sue scelte.
Per le grandi aziende l’obbligo è già arrivato, per le piccole e medie imprese è il momento di iniziare a pensarci. Vediamo insieme cos’è esattamente il Bilancio di Sostenibilità.
Proprio di recente abbiamo visto insieme cos’è una Relazione di Impatto e come sia importante per affermare e confermare valori di sostenibilità e responsabilità digitale e non. Stavolta affrontiamo invece un altro tema particolarmente importante, visto che sta per scattare l’obbligatorietà praticamente per tutte le imprese: il Bilancio di Sostenibilità.
A differenza della Relazione di Impatto, il Bilancio di Sostenibilità è una rendicontazione finanziaria, soffermandosi non solo sulle scelte in ambito sociale, economico e ambientale, ma parla anche di numeri!
Obbligatorietà del Bilancio di Sostenibilità: quando e per chi
Per le grandi imprese, parliamo di realtà con più di 500 dipendenti, il Bilancio di Sostenibilità è già diventato obbligatorio dal 1° gennaio del 2024.
L’obbligo scatta invece il 1° gennaio 2025 (ormai alle porte, quindi) per quelle grandi imprese che si riconoscano almeno in 2 di questi 3 criteri:
- Una media di dipendenti intorno ai 250
- 20 milioni di euro di totale in attivo
- 40 milioni di euro di ricavi netti
Ma non è finita. Infatti, dal 1° gennaio 2026, l’obbligatorietà verrà estesa a tutte le piccole e medie imprese e le imprese quotate. Uno step che quindi includerà la stragrande maggior parte delle imprese del nostro paese. È giusto precisare, infatti, che per PMI, piccole e medie imprese, si intendono tutte quelle aziende che hanno meno di 250 dipendenti e un fatturato annuale che non sia di oltre 50 milioni di euro o con un bilancio annuale che non superi i 43 milioni di euro.
Il Bilancio di Sostenibilità va redatto e consegnato per l’anno successivo, vale a dire che, per le aziende che per esempio rientrano nell’obbligatorietà dal gennaio 2025, andrà consegnato entro la primavera del 2026, mentre per chi rientra nell’obbligo dal 2026, la prima consegna sarà nel 2027. Le imprese più grandi, come abbiamo visto, rientrano già nell’obbligo e quindi si apprestano, tra pochi mesi, alla consegna del loro primo Bilancio.
Sei pronto al Bilancio di Sostenibilità?
Con le scadenze dell’obbligatorietà in arrivo, è importante essere preparati per poter consegnare un Bilancio di Sostenibilità veritiero, affidabile ed esaustivo.
Ed è qui che ci siamo anche noi di Smart Flow, possiamo infatti occuparci di tutto, dall’analisi alla redazione, dall’impaginazione corretta allo sviluppo del piano di comunicazione obbligatorio relativo al Bilancio.
Hai l’obbligo nel 2026 e pensi che ci sia ancora tempo?
Redigere un bilancio di sostenibilità è un impegno gravoso che dovrà coinvolgere molti uffici. Sappiamo bene quanto lavoro c’è dietro e per questo proponiamo delle soluzioni di “accompagnamento” che permettono di arrivare al 2026 con maggiore calma (ad. Esempio iniziando a redigere nel 2025 il report di sostenibilità oppure affiancandoti nella certificazione ambientale ISO 14100).
Cosa deve includere:
Tra i punti fondamentali di un Bilancio di Sostenibilità corretto, ci sono:
- Lettera agli stakeholder, che spiega come e perché è stato redatto il Bilancio
- Report sui numeri dell’azienda, focalizzato sull’impatto ambientale sia dell’impresa che di tutta la sua filiera di produzione
- Un piano di sostenibilità strutturato, con un’analisi accurata su governance e sostenibilità, le risorse umane dell’azienda, i suoi prodotti e la sua catena di fornitura, produzione e distribuzione, il suo impatto ambientale e il ruolo dell’impresa nella comunità.
Naturalmente questa è una semplice panoramica, il Bilancio ovviamente si compone di informazioni dettagliate e si basa su diversi fattori. Ecco perché una consulenza strategica in merito può essere davvero necessaria.
Come viene redatto?
Abbiamo visto quali sono gli elementi fondamentali del Bilancio di Sostenibilità, e ora arriviamo a come redigerlo. Bisogna infatti seguire gli indicatori GRI, gli standard definiti dal Global Reporting Initiative, che possono essere considerati delle vere e proprie linee guida nella redazione del Bilancio, da sviluppare quindi seguendo 6 fasi precise:
- Elaborazione finale, che è necessario sia chiara e comprensibile per tutti. Un documento di sintesi che racchiude tutti gli aspetti salienti evidenziati nelle fasi precedenti.
- Mappatura completa degli stakeholder, con un focus su quelli coinvolti nella responsabilità di impresa.
- Analisi di materialità interna: fase in cui si definiscono in termini concreti e misurabili gli aspetti di sostenibilità correlati al vertice dell’impresa.
- Analisi di materialità esterna: un report accurato, basato su analisi e colloqui tra azienda e stakeholder per definire la convergenza tra gli interessi degli stakeholder e quelli dell’impresa stessa.
- Definizione della dashboard (o cruscotto) degli indicatori: è qui che si inizia davvero nella fase di costruzione del Bilancio e della sua struttura, infatti vanno riportate le diverse politiche di gestione, le procedure, gli standard qualitativi e quantitativi e le iniziative dell’impresa.
- Si passa quindi alla Raccolta dati, che deve essere uniforme, per tutte le aree, le strutture organizzative e i reparti dell’azienda.