Abbonamento o consenso: abbonati e non ti tracciamo

Approfondimento - Compliance - Data Protection - Privacy

Navigare su un quotidiano online è diventata un’esperienza sempre più condizionata da un bivio: accettare i cookie per la profilazione pubblicitaria o sottoscrivere un abbonamento per evitarli, in pratica o abbonamento o consenso... oppure non leggi nulla. Ma è davvero una scelta libera? E soprattutto: esiste un’alternativa?

Il caso dei quotidiani online

Sempre più testate giornalistiche adottano un modello chiamato “pay or consent” oppure “pay or ok”: all’utente viene chiesto di accettare il tracciamento dei propri dati per accedere gratuitamente ai contenuti, oppure di pagare un abbonamento per una navigazione senza pubblicità personalizzata.

Esempi emblematici di questa pratica si possono trovare per esempio sui siti di La Stampa o la Repubblica. Quando si apre il sito, vengono presentate due sole opzioni presenta due sole opzioni: “Accetta e continua” oppure “Abbonati”. Nessuna possibilità di accedere ai contenuti rifiutando i cookies senza pagare.

Il quadro normativo: GDPR e cookies

Questa pratica di abbonamento o consenso si inserisce nel contesto del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e della direttiva ePrivacy. Secondo la normativa, il consenso al trattamento dei dati deve essere libero, specifico, informato e inequivocabile. In teoria, l’utente dovrebbe poter scegliere tra:

  • Accettare tutti i cookie (inclusi quelli di profilazione)
  • Accettare solo quelli essenziali
  • Rifiutare completamente il tracciamento

Tuttavia, nella pratica, molti siti non offrono questa terza opzione se non dietro pagamento.

Il parere dell’EDPB

Nel 2024, l’European Data Protection Board (EDPB) ha pubblicato un parere ufficiale sui modelli “abbonamento o consenso”. Il comitato ha sottolineato che:

  • Gli utenti devono avere una vera scelta: non possono essere costretti a dare il consenso per accedere a un servizio.
  • Se viene proposta un’alternativa a pagamento, dovrebbe esistere anche una terza opzione gratuita, che limiti o escluda la pubblicità comportamentale.
  • Il consenso ottenuto in un contesto di pressione economica o mancanza di alternative potrebbe non essere valido.

In altre parole, l’EDPB non vieta esplicitamente il modello “abbonamento o consenso”, ma lo considera problematico se non accompagnato da una reale alternativa gratuita.

Con un comunicato stampa ufficiale, il Garante per la protezione dei dati personali ha annunciato l’avvio di una consultazione pubblica sul controverso modello “Pay or Ok”. L’obiettivo è raccogliere contributi per trovare un equilibrio tra le esigenze economiche degli editori online e il diritto alla privacy degli utenti, la cui libertà di consenso è messa in discussione.

La scelta (non sempre libera) del navigatore digitale

Il punto centrale è che il diritto alla protezione dei dati non dovrebbe diventare una funzionalità premium. Se l’unico modo per evitare il tracciamento è pagare, allora il consenso non è più libero, ma condizionato. Come riassunto nel parere dell’EDPB: “sarebbe meglio se venisse proposta un’alternativa”, perché potrebbero ricorrere condizioni che invalidano il consenso.

Il modello “abbonamento o consenso” solleva quindi interrogativi etici e giuridici. È giusto chiedere un pagamento per esercitare un diritto fondamentale come la privacy? Secondo l’EDPB la risposta è no, o almeno non senza offrire una terza via. In attesa di un intervento normativo più chiaro, il consiglio per gli utenti è di leggere attentamente le opzioni disponibili e, se possibile, preferire quei siti e piattaforme che mostrano di rispettare davvero la libertà di scelta.